Un cantiere faraonico per l'Oman

L’Oman, analogamente ad altri Stati del Golfo, è impegnato in un massiccio programma di sviluppo delle infrastrutture e diversificazione dell'economia.

È in atto il progetto per la costruzione di una ferrovia ad alta velocità da oltre cento miliardi di dollari. Un progetto faraonico, in controtendenza rispetto alla recessione mondiale, a cui partecipano sei paesi arabi che si affacciano sul Golfo Persico (Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi e Oman). E che dovrebbe essere realizzato entro il 2017.

La linea avrà una estensione di circa 2.244 chilometri, e collegherà il confine dell'Oman con gli UAE (a Al Ain e Khatmat Milahah) a Muscat, e la parte meridionale del paese al porto di ad Duqm e Salalah e al confine con lo Yemen.

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A rendere celeri i lavori è l’apocalittico rischio di un attacco missilistico di Israele contro i siti nucleari dell’Iran, che porterebbe al blocco dello stretto di Hormuz e alla paralisi del traffico mercantile marittimo in cui si concentra la maggior parte degli interscambi commerciali.

Un ruolo di primo piano svolgerà la Parsons Wodrow, colosso americano del settore, mentre la Italferr (gruppo ferrovie dello stato italiane) firma il contratto “The National Railway Project” per la progettazione preliminare della nuova rete ferroviaria del Sultanato dell'Oman.
La ferrovia omanita, che con la costruzione anche di 40 stazioni darà vita a 70 mila posti di lavoro, rientra nel piano di sviluppo delle infrastrutture (prevista entro breve tempo pure l’inaugurazione di quattro nuovi aeroporti) con cui il sultano Qaboos bin Said al Said vuole dare impulso al turismo e diversificare l’economia oggi legata prevalentemente al gas e al petrolio.

Paolo Dionisi, Ambasciatore d'Italia a Mascate, in un’intervista alla newsletter “Diplomazia Economica Italiana” riferisce:

“Le voci più significative riguardano le infrastrutture di trasporto: strade di collegamento veloce, ferrovie, potenziamento dei porti e degli aeroporti. L'opportunità è rappresentata anche dall'opera già avviata di ricostruzione dopo i grandi danni dell'uragano Gonu che tre anni fa investì il Paese. In aggiunta è previsto un potenziamento dell'intero sistema elettrico del Paese (produzione, trasporto, distribuzione) e in generale dei servizi a rete: gestione e smaltimento dei rifiuti, sistemi idrici inclusa la costruzione di nuovi dissalatori e via dicendo. È importante sottolineare che si tratta in genere di progetti consistenti, del valore di diverse centinaia di milioni di dollari che però sono affrontabili anche da imprese e operatori di dimensioni medie e medio grandi come quelle del Sistema Italia. Infatti è insediato nel Paese con un numero limitato di aziende che però operano con successo e che si sono conquistate la fiducia dei committenti locali. […] Indubbiamente c'è spazio per una presenza ancora più consistente e l'Ambasciata è a disposizione per fornire tutto il supporto necessario a chi intende conoscere e valutare le potenzialità di questo Paese che ha alcune caratteristiche veramente vincenti. Sono ad esempio la grande trasparenza delle gare di appalto: l'Oman figura oggi al 28esimo posto nella graduatoria di ‘Transaparency International’ e il risultato è che qui le gare le vince chi fa effettivamente le offerte migliori […].”

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